Piccolo archivio EDGARDO FAEDI (1925 – 2012)
La fotografia accompagna costantemente il suo lavoro, che è quello di disegnare case e costruirle. La fotocamera è uno strumento tecnico, ausiliario come la squadra e il compasso, per documentarsi, per capire l’insieme ed i particolari.
Ma ben presto, anzi subito acquista una sua autonomia come mezzo espressivo in sé, in sintonia con una personalità creativa, innovativa.
Gardo è lassù, fotografato in cima alla nuova cupola della chiesa parrocchiale, a collocarne la parte più alta. Tornerà sempre a fotografarla la sua cupola, lui spirito laico e moderno.
Nel suo insieme questa raccolta documenta il paese che rinasce, ricostruisce e si espande. Le case entrano nel suo obiettivo più che palazzine o condomini, a testimoniare in tanti casi il raggiunto benessere. Osservate costantemente, fino all’ultimo da lui stesso o commissionando ad uno studio fotografico diverse ricognizioni sul territorio.
Non può mancare la propria casa, con i familiari sulla porta o sulle scale d’ingresso, oppure mentre portano a spasso i bambini, che a loro volta si divertono con gli animali nei cortili delle case di campagna. Una fotografia privata e pubblica insieme perché dietro, di fianco ci sono scorci di paese e di strada anni sessanta.
In questo archivio ‘sparso’ troviamo poi un altro tema che rimanda all’altra grande passione della famiglia Faedi: i carri allegorici. Sono quattro sequenze di fotografie, davvero uniche. Di Edgardo e di Giuseppe Comini, il suocero. Nelle prime tre c’è Gambettola, nell’immediato dopoguerra, invasa da migliaia di persone, un tappeto grigio che si estende lungo tutto il corso Mazzini, fino al palazzo del municipio. Interrotto qua e là dai carri mascherati. Poi una lunga sequenza di fotografie in bianco e nero di gambettolesi in visita a Viareggio, nei capannoni dove prendono forma le grandi costruzioni carnevalesche. Immancabile Giuseppe Comini, giapein il fornaio, fafein per i familiari.
Il binomio Faedi-Comini sarà uno dei punti di forza di quel carnevale che, rinato dopo la guerra, si riproporrà con continuità dall’inizio degli anni settanta fino ad oggi.